L'ultimo dei Santi by Marisa Salabelle

L'ultimo dei Santi by Marisa Salabelle

autore:Marisa Salabelle [Salabelle, Marisa]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788898823994
editore: Fattoria del Mare
pubblicato: 2019-08-08T09:56:42+00:00


DOMENICA 1 AGOSTO, POMERIGGIO

Intanto Tetti si era riempita, nel corso di quel fine settimana a cavallo tra luglio e agosto la popolazione era raddoppiata. Case che rimanevano chiuse undici mesi l’anno erano state aperte e finestre sigillate dalle ragnatele erano state spalancate, il parcheggio si era riempito e molte auto erano posteggiate lungo la strada. Dappertutto vedevi sfilare famiglie con bambini e cani, uomini carichi di valigie e borsoni, donne che spingevano passeggini ai cui manici avevano appeso buste di plastica contenenti la spesa per il primo giorno: poi, con calma, nei giorni successivi avrebbero fatto una spedizione alla Coop di Porretta per rifornire il frigo e avrebbero comprato verdure dell’orto dai locali. Bimbetti di quattro, cinque anni ti sgusciavano tra le gambe inseguendo palloni o ti superavano pedalando sui tricicli e sulle biciclettine, altri ragazzini, un po’ più grandi, venivano dietro, a passo lento, con lo zaino sulle spalle e gli auricolari alle orecchie. Dappertutto risuonavano esclamazioni di benvenuto, si scambiavano abbracci, si formavano gruppetti di parenti o conoscenti che non si vedevano dall’anno scorso e che avevano un mucchio di cose da raccontarsi, finendo così per ingombrare il passo a chi andava di fretta, carico, alla propria casa. In mezzo a tutta quella confusione Filippo Corrieri avvistò un ragazzo che conosceva, lo aveva incrociato diverse volte nelle estati precedenti, a Porretta per il festival del soul, a Badi per la festa della birra, su a Fossalto, dove andava ancora a trascorrere qualche week end a casa dei suoi genitori, e qui a Tetti, in occasione della sfilata storica, se lo ricordava perché il ragazzo e gli altri della sua combriccola erano vestiti da arcieri, con calzamaglie di panno lenci e mantelli di velluto. Filippo lo chiamò.

“Ehi, Johnny!”

“Cazzo Fili, non ti riconoscevo, con la divisa… così sei passato dall’altra parte, eh?

“Che vuoi, bisogna pur diventare grandi… E tu? Mi sembri un po’ stravolto…”

“M’è toccato alzarmi, perché sono arrivati i miei cugini dal Belgio, e mio padre m’ha buttato giù dal letto, sono ancora tutto rintronato perché stanotte abbiamo fatto nottata… che vuoi, il primo sabato a Tetti…”

“Ma mi chiedevo… non avete visto niente?”

“Riguardo a che?”

“Riguardo al delitto, no? Hanno ammazzato Gere Mattei, lo sapete o eravate così fatti che non ve ne siete nemmeno accorti?”

“Ascolta, su questo fatto qui… qualcosa saprei… Eravamo venuti via dal circolo, avevamo un po’ bevuto, e cercavamo un posto dove farci una canna in santa pace, io e il Neri, la Sandrina, Maicol. Sicché ci è venuto in mente che proprio lì, nella stradina, dove poi hanno trovato Gere, c’è una casa sfitta. I proprietari quest’anno non vengono, perché gli si sposa la figlia, pare, e non hanno trovato da affittarla. Maicol sa dove tengono la chiave, sotto un vaso di ortensie, sicché siamo entrati… tanto la vecchia accanto è sorda… siamo rimasti lì per un po’ a fumare… a un certo punto abbiamo sentito delle voci, ci siamo affacciati alla finestra senza farci vedere, c’erano quei vecchietti, Gere e l’altro, come si chiama,



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